Invito — Sergio Corazzini

…anima, dolce buona creatura,
rassegnata nei tristi occhi divini,
non più rifioriranno i tuoi giardini
in questa vana primavera oscura…

Sergio Corazzini è un poeta romano crepuscolare, morto giovanissimo nel 1907 a soli 21 anni a causa della tisi. Questa malattia lo segnò profondamente anche perché gli portò via la madre e un fratello. Di famiglia agiata, subì tuttavia pesanti ristrettezze a causa della malgestione economica paterna; passò diverso tempo in sanatorio, finché la malattia non pose fine alla sua vita. Nelle sue poesie è frequente il tema della malattia e della morte prematura, della speranza negata, della malinconia dolorosa e sofferta, del vuoto e dell’assenza.

Invito

Anima pura come un’alba pura,
anima triste per i suoi destini,
anima prigioniera nei confini
come una bara nella sepoltura,

anima, dolce buona creatura,
rassegnata nei tristi occhi divini,
non più rifioriranno i tuoi giardini
in questa vana primavera oscura.

Luce degli occhi, cuore del mio cuore,
tenerezza, sorella nel dolore
rondine affranta nel mio stesso cielo,

giglio fiorito a pena su lo stelo
e morto, vieni, ho spasimato anch’io,
vieni, sorella, il tuo martirio è il mio.

{Sergio Corazzini — Invito — dalla raccolta ‘L’amaro calice’ (1905)}

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