Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io — Dante Alighieri

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento…

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io

Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io
fossimo presi per incantamento,
e messi in un vasel ch’ad ogni vento
per mare andasse al voler vostro e mio,

sì che fortuna od altro tempo rio
non ci potesse dare impedimento,
anzi, vivendo sempre in un talento,
di stare insieme crescesse ’l disio.

E monna Vanna e monna Lagia poi
con quella ch’è sul numer de le trenta
con noi ponesse il buono incantatore:

e quivi ragionar sempre d’amore,
e ciascuna di lor fosse contenta,
sì come i’ credo che saremmo noi.

{Dante Alighieri — Guido, i’ vorrei che tu e Lapo ed io}

Parafrasi

Guido (1), io vorrei che tu, Lapo (2) ed io
fossimo presi come per magia
e messi su una barca che al nostro volere
potesse andare per mare con qualsiasi vento,

in modo che la malasorte o il maltempo
non ci ostacolassero mai,
anzi, vivendo sempre in armonia,
crescesse sempre più il desiderio di stare insieme.

E poi vorrei che il buon mago ci mettesse vicino
madonna Vanna (3) e madonna Alagia (4)
insieme con quella donna che occupa il trentesimo posto (5).

E qui sul vascello vorrei parlare sempre d’amore,
e vorrei che anche loro fossero contente,
così come credo che lo saremmo noi.


  1. Guido Cavalcanti, amico di Dante e poeta stilnovista.
  2. Potrebbe trattarsi del poeta e notaio Lapo Gianni de’ Ricevuti, oppure del poeta Lippo Pasci de’ Bardi, entrambi in contatto con Dante.
  3. La donna amata da Guido.
  4. La donna amata da Lapo.
  5. Dante usa questo modo un po’ criptico per riferirsi alla donna che lui vorrebbe per sé, che però non è in questo caso Beatrice. Dante aveva scritto un’epistola in versi che elencava le donne più belle di Firenze. Beatrice era al nono posto, mentre questa donna che occupa il trentesimo posto non si sa chi sia.

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